Due lavori pubblicati sulla rivista Nature mostrano come la farmaco-resistenza di molte cellule tumorali sia dovuta alla presenza di proteine prodotte dalle cellule normali che si trovano nel cosiddetto microambiente tumorale.vQueste cellule secernono infatti fattori che aiutano il tumore a crescere e sopravvivere anche in presenza di farmaci contro il cancro. Nel caso di molte forme di cancro, tra cui quello della pelle, i farmaci creati possono uccidere le cellule tumorali in laboratorio, ma spesso producono solo risposte parziali e temporanee nei pazienti. Le cellule tumorali possono sviluppare nel tempo modificazioni genetiche in geni specifici che permettono al cancro di superare gli effetti di un farmaco, ma questi meccanismi di resistenza acquisita non spiegano però la resistenza innata vista in molti tumori.
I due gruppi di ricerca, guidati da Jeff Settleman della Gentetech in California, e da Todd Golub del Broad Institute in Massachusetts hanno cercato di capire come le cellule tumorali riescono a sviluppare la resistenza ai farmaci. Per trovare le risposte, hanno studiato l'interazione tra cellule tumorali e le loro controparti sane. "Storicamente, i ricercatori fanno di tutto per sradicare le cellule tumorali provenienti da un campione e scartare il resto del tessuto”, spiega Todd Golub, "ma quello che abbiamo trovato adesso è che le cellule che compongono il microambiente possono essere una fonte importante di resistenza ai farmaci."
Sono state analizzate 41 linee cellulari tumorali, che vanno dal cancro al seno a quello della pelle. Per studiare come il microambiente tumorale contribuisce alla resistenza ai farmaci, i ricercatori hanno progettato esperimenti in cui una parte delle cellule tumorali veniva coltivata senza le cellule stromali mentre in altri esperimenti veniva analizzata l’interazione fra le cellule normali e quelle neoplastiche . Quando il tumore cresceva da solo, molte cellule tumorali in presenza di farmaci mirati morivano, se invece le cellule tumorali crescevano in contatto con le cellule normali sviluppano resistenza a più della metà dei 23 farmaci testati.
Queste osservazioni riflettono ciò che spesso vedono i medici in pazienti con tumori come il melanoma. Nel caso del melanoma sono stati sviluppate terapie mirate contro uno specifico gene il BRAF. In alcuni pazienti i tumori sembrano scomparire quando vengono trattati con gli inibitori specifici per il BRAF, altre volte l’azione dei farmaci non mostra nessun effetto. L'incapacità di ridurre i tumori in via preliminare suggerisce che alcuni tumori possiedono un certo livello di resistenza innata.
I ricercatori hanno deciso quindi di concentrarsi sul melanoma, esaminando i fattori cellulari secreti nel microambiente tumorale dalle cellule sane. Hanno misurato più di 500 fattori secreti e hanno trovato che il fattore più strettamente legato alla resistenza ai farmaci inibitori di BRAF è il fattore di crescita degli epatociti (HGF). La presenza del HGF infatti, nel microambiente tumorale aumenta la resistenza dei tumori ai trattamenti con farmaci specifici.
Incuriositi da questi risultati hanno esaminato campioni
di sangue prelevati da pazienti affetti da cancro a cui erano stati
somministrati farmaci contro il BRAF. Nei pazienti in
cui erano presenti alti livelli di HGF nel sangue, la massa tumorale non subiva
ridimensionamenti dopo il trattamento.
"Questi esperimenti mostrano come
l'influenza del microambiente della cellula è importante non solo per il
melanoma, ma anche per il cancro del pancreas, del polmone e della
mammella", spiega il famoso oncologo Martin McMahon dell’ Università della California.
I ricercatori potrebbero ora seguire lo stesso approccio per lo screening di altri farmaci attualmente in sviluppo, individuando meccanismi di resistenza e modi per contrastare il cancro ancor prima di iniziare il trattamento.