Dal Piano nazionale per la ricerca la ricerca di base esce a pezzi. Questa almeno è l'opinione di una cinquantina di ricercatori - di base, appunto - che hanno creato un appelllo al ministro perché riconsideri il peso strategico che la "scienza pura" deve avere per il traino della locomotiva Italia.
«A costo zero non si fa strada. La bozza del Piano rischia di farci perdere drammaticamente in competitività. Ci siamo uniti per
lanciare il nostro allarme alle istituzioni pubbliche nella speranza che la tendenza venga invertita». Chi parla è Riccardo Barbieri, ordinario di Fisica Teorica alla Scuola Normale di Pisa, rapprsentate dei ricercatori che hanno firmato finora l'appello.
Ecco il testo dell'Appello:
E' venuto il momento di lanciare un serio allarme relativamente al futuro del
nostro Paese nel campo delle ricerche di base. (...)
La sistematica restrizione dei fondi e i criteri centralistici e burocratici
nelle scarse assunzioni, senza un'efficace valutazione ex-post, stanno da almeno
un decennio progressivamente soffocando il capitale umano e la capacità di
ricerca nelle scienze di base del nostro paese.
Questi fatti, contrapposti alle decise iniziative di tutti i maggiori paesi del
mondo sviluppato e in via di sviluppo, largamente documentate, fanno rapidamente
perdere all'Italia ogni competitivita' in campo scientifico-tecnologico. Per la
natura delle competenze e della formazione necessarie, il processo in atto
richiederà decenni per essere invertito se non si tenta di arrestarlo da subito
con determinazione e coerenza.
Al di là di qualunque interesse di parte, è necessario che questo sia
percepito come un problema centrale del nostro paese. Nel mondo globalizzato di
oggi è in gioco, né più né meno, il suo futuro.
Notiamo con preoccupazione che la bozza di Piano Nazionale per la Ricerca
disponibile sul sito del MIUR non offre precise assicurazioni sul futuro della
ricerca di base, rimandando a un lavoro ancora da iniziare di previsti "Comitati
di indirizzo strategico", il cui impatto tuttavia si farà sentire solo tra
molti anni, quando potrebbe essere troppo tardi.