fbpx Una nuova particella? | Scienza in rete

Una nuova particella?

Primary tabs

Read time: 2 mins

Il mondo della fisica in subbuglio e col fiato sospeso per un anomalo segnale registrato al Fermilab: potrebbe trattarsi di una nuova particella oppure di una nuova forza esistente in natura.

Al Fermilab (Fermi National Accelerator Laboratory) di Chicago, fisici di ogni parte del mondo studiano la costituzione più intima della materia facendola letteralmente a pezzettini. Lo scontro violento di un fascio di protoni e uno di antiprotoni accelerati a energie incredibili produce uno sciame di particelle il cui studio svela i costituenti più fini della materia. L'esperimento è denominato CDF (Collider Detector at Fermilab) e vede la partecipazione anche di un nutrito gruppo di ricercatori italiani (il coordinatore della Collaborazione CDF è il nostro Giovanni Punzi).

L'analisi dei dati emersi da recenti esperimenti ha messo in luce l'ingombrante presenza di un segnale inaspettato. Molto più spesso di quanto previsto dal Modello Standard – il quadro di riferimento in cui trovano descrizione tutte le particelle note e tre delle quattro forze universali – i dati mostravano la anomala presenza di un bosone W e di due getti di particelle più leggere (fasci adronici).

Escluso che possa trattarsi del tanto inseguito bosone di Higgs, resta aperta la strada alla possibilità di trovarci dinanzi alla manifestazione di una nuova particella finora sfuggita ai ricercatori oppure a una nuova forma di forza o di interazione. Lo studio che descrive la scoperta, consultabile in arXiv.org e proposto per la pubblicazione a Physical Review Letters, potrebbe costituire una pietra miliare nelle scoperte scientifiche.
Insomma, se i dati venissero confermati, un giorno potremo vantarci di essere stati testimoni di una data storica per la fisica delle particelle.

Fermilab Today - CDF

Autori: 
Sezioni: 
Indice: 
Fisica

prossimo articolo

Contratti per i ricercatori: sciopero contro tagli, precarietà e guerra

grafica di una ricercatrice con manifesto di protesta

In molte città italiane il 12 maggio scorso i precari delle università sono scesi in piazza. È il primo sciopero nazionale ad avere come protagonisti ricercatrici e ricercatori, assegnisti, dottorandi, personale precario. Le richieste: più fondi per garantire posizioni stabili a chi fa ricerca, meno risorse per la guerra. Al centro del dibattito c’è il contratto di ricerca istituito dal governo Draghi in sostituzione degli assegni di ricerca. Contestate le modifiche proposte dal governo.

Torino, Milano, Siena, Bologna, Roma, Palermo, Napoli, Venezia e molte altre città il 12 maggio scorso hanno visto scendere in piazza i precari delle università. È stato il primo sciopero nazionale ad avere come protagonisti ricercatrici e ricercatori, assegnisti, dottorandi, personale precario.