Approvato dal Consiglio dei ministri il 28 ottobre, il disegno di legge sulla riforma dell'Università del ministro Mariastella Gelmini dà la stura a una serie di commenti sulla stampa. In genere commenti positivi, soprattuto per quel concerne l'accento posto sul merito e i "premi" che ne conseguono sia per gli atenei sia per gli studenti più virtuosi, così come la centralità della valutazione. Vi sono, com'è ovvio, anche dei "se" e dei "ma": "Se non ci sono le risorse la riforma nasce morta" dice in sostanza il presidente dei rettore Decleva sulla Stampa, e gli fa eco il direttore della Normale di Pisa Salvatore Settis (sul Sole24ore), che individua nella sproporzione fra ampiezza delle ambizioni e esiguità dei fondi uno dei rischi di questa riforma. Per Tito Boeri (su Repubblica) le idee son buone ma per realizzarle ci si affida al dirigismo e non alle autonomie degli Atenei, mettendo a repentaglio la realizzazione del disegno riformatore. Positivo il giudizio del rettore della Luiss Massimo Egidi (sul Sole24ore) e di Confindustria (sul Sole24ore).
Per approfondire leggi l'articolo: Più fondi agli atenei virtuosi.