Il panorama massmediatico
offre una visione pre-scientifica della psicologia. Ad una rappresentazione
ingenua e fondata sul senso comune si alterna l’uso consolatorio di consigli
utili per ogni stagione.
Senza nulla togliere al buon
senso, territorio oggetto di interessanti indagini queste si scientificamente
fondate, appare sempre più evidente come ad un legittimo desiderio di
visibilità mediatica corrispondano risultati poco qualificanti. Suggerimenti
spacciati per teorie, banalità formulate con emotiva partecipazione tali da
sembrare cose vere, elogio del ragionamento circolare ad uso e consumo degli
ignari telespettatori.
Senza alcun rispetto per le massaie e a riprova del
fatto che l’impegno è variabile invisa al telespettatore medio.
Il riferimento
è ad un’altra caratteristica della diffusione della psicologia sui media. O
forse dell’informazione in genere. Più il messaggio è banale, minore lo sforzo
per comprendere. Più semplice la forma, maggior accessibilità avrà il
significato, più è probabile catturare l’attenzione di qualcuno e mantenerla
sullo schermo. Questo può andar bene per la pubblicità o i talk show, non per
la diffusione di conoscenza.
Conoscere a volte è un atto che implica sforzo,
che mal si concilia con il pensare facile.
Scrivendo, rifletto sul
fatto che ho in mente la televisione. Sto commettendo un errore nel
considerarlo ancora come lo strumento più diffuso? Non sono così vecchio e non
credo che l’ingenuità dipenda dalla mia età.
In tv però credo che le cose
stiano pressappoco come sopra. A ben vedere, altri media
partecipano alla costruzione dell’immagine della psicologia seguendo un
percorso dagli esiti molto più edificanti.
E’ il caso di youtube, uno strumento
(non l’unico) in grado di garantire l’accesso alla scienza, grazie alle
centinaia di lezioni messe in rete dalle università di tutto il mondo. Un
sapere accessibile a tutti, che ha il pregio di avere una certificazione nel
prestigio delle fonti. Lì si spiega quale sia l’oggetto della Psicologia. Come
ragioniamo noi esseri umani, quali le euristiche o le scorciatoie che al
servizio degli scopi la mente dispone, cosa sono le emozioni, cosa muove i
comportamenti di un bambino, cosa induce un consumatore a scegliere un oggetto
e a scartarne un altro.
Negli ultimi tempi, questo
tipo di informazione è diventata oggetto di diffusione sulle tv non
generaliste.
Personaggi famosi offrono il proprio volto per raccontare la
scienza ad un pubblico vasto, forse con la condivisibile intenzione non solo di
divulgare, ma anche di suscitare ragionamento non facile.
E’ il caso di Morgan
Freeman, che nel suo Science Show ha raccontato il punto di vista di alcuni
scienziati su cosa sia la razionalità e se la mente procede così come il metodo
scientifico impone. O se al di là del tatto, della vista, dell’olfatto e
dell’udito esista un sesto senso, descrivendo ad uso e consumo del
telespettattore ingenuo come sia possibile che psicologi e neurologi ne
facciano oggetto di studio.Un esperimento secondo me
ancora più riuscito è quello in onda su National Geo HD. Cosa ti dice il
cervello? è una serie di documentari nel corso dei quali una rassicurante voce
fuori campo ci conduce nell'imperscrutabile mondo di memoria, autoinganno,
attenzione, ricordi traumatici. Tra le puntate più interessanti, quella
dedicata all’uso della realtà virtuale nel trattamento del Disturbo
Post-Traumatico da Stress, o quella sull’attenzione, definita come “lo
strumento più potente che il cervello ha per gestire un mondo caotico”.
I casi citati sono casi di
divulgazione scientifica efficace. Perché? Perché chi se ne occupa non si
sottrae alle grandi domande alle quali la Psicologia tenta di rispondere.
Domande che solleticano l’intelletto degli spettatori, esseri umani come gli
scienziati che se ne occupano. Domande difficili, alle quali si risponde con
esperimenti dall’eleganza intellettuale che solo uno scienziato abituato allo
sforzo del ragionamento complesso sa porre.
La Psicologia è una scienza che tenta di dare
risposte al senso comune. Non è banale e non è il senso comune.
Programma Convegno Cibo, corpo e psiche
CARLO BUONANNO