fbpx Scorte di ossigeno nel cervello | Scienza in rete

Scorte di ossigeno nel cervello

Read time: 1 min

Le catene dell'emoglobina non sono prodotte solo nei precursori dei globuli rossi: i loro geni vengono espressi anche nei neuroni dopaminergici della sostanza nera, la cui degenerazione porta al morbo di Parkinson, e nelle cellule gliali che in tutto il cervello circondano i neuroni come un tessuto connettivo. Alla scoperta è giunto Stefano Gustincich della SISSA di Trieste, insieme con alcuni colleghi italiani e giapponesi, che l'hanno confermata in diversi animali da laboratorio e su preparati di cervello umano provenienti da autopsie. Utilizzando il metodo dei microarrays, i ricercatori hanno dimostrato che all'aumentata espressione dei geni per le catene globiniche corrispondevano cambiamenti nell'espressione di geni legati all'omeostasi dell'ossigeno e alla fosforilazione ossidativa. Ciò fa pensare che l'emoglobina, oltre che nel sangue, funga da magazzino di ossigeno anche nel cervello, proteggendo il tessuto nervoso da microischemie, così come era già stato dimostrato nei vermi, in cui è l'emoglobina a fornire direttamente l'ossigeno alle cellule nervose quando gli animali vanno sotto terra. Lo studio apre la strada anche a nuovi possibili approcci terapeutici nei confronti del Parkinson e delle ischemie cerebrali.

Proc Natl Acad Sci  2009; 106: 15454

 

 

Autori: 
Sezioni: 
Biologia

prossimo articolo

Ostacolare la scienza senza giovare agli animali: i divieti italiani alla sperimentazione

sagoma di macaco e cane

Divieto di usare gli animali per studi su xenotrapianti e sostanze d’abuso, divieto di allevare cani e primati per la sperimentazione. Sono norme aggiuntive rispetto a quanto previsto dalla Direttiva UE per la protezione degli animali usati a fini scientifici, inserite nella legge italiana ormai dieci anni fa. La recente proposta di abolizione di questi divieti, penalizzanti per la ricerca italiana, è stata ritirata dopo le proteste degli attivisti per i diritti degli animali, lasciando in sospeso un dibattito che tocca tanto l'avanzamento scientifico quanto i principi etici e che poco sembra avere a che fare con il benessere animale.

Da dieci anni, ormai, tre divieti pesano sul mondo della ricerca scientifica italiana. Divieti che non sembrano avere ragioni scientifiche, né etiche, e che la scorsa settimana avrebbero potuto essere definitivamente eliminati. Ma così non è stato: alla vigilia della votazione dell’emendamento, inserito del decreto Salva infrazioni, che ne avrebbe determinato l’abolizione, l’emendamento stesso è stato ritirato. La ragione?