Sarà pure più leggera della forma stagionale, come si continua a ripetere in Italia, ma i numeri della nuova influenza che vengono da oltre oceano sono tutt'altro che rassicuranti: Anne Schuchat, direttrice del National Center for Immunization and Respiratory Diseases dei CDC di Atlanta ha dichiarato che tra settembre e i primi giorni di ottobre, negli Stati Uniti, sono deceduti a causa dell'influenza H1N1 43 bambini e ragazzi, mentre nel corso di un'intera stagione invernale, sulla base dei dati degli ultimi tre anni, ne soccombono una cifra variabile da 46 a 88. Le piccole vittime statunitensi, dall'inizio della pandemia, sono state 86, 11 nell'ultima settimana. Gli esperti sono inoltre sorpresi del fatto che la metà dei decessi registrati tra i più giovani dalla fine di agosto non si è verificata tra i più piccoli, teoricamente più indifesi, ma tra gli adolescenti.
Piccole vittime crescono
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La segregazione nei ghetti, anticamera dell'eliminazione
Cosa succede quando la memoria della Shoah diventa un'attrazione turistica? Il documentario Austerlitz di Sergei Loznitsa e il progetto Yolocaust di Shahak Shapira denunciano il rischio di banalizzazione nei luoghi di sterminio. Può la scuola salvaguardare questa memoria? I diari dei giovani del ghetto di Łódź offrono testimonianze dirette dell'orrore vissuto, ricordandoci che dimenticare la storia significa condannarsi a ripeterla.
In copertina: un'immagine del ghetto di Varsavia.
Il 27 gennaio del 2017, il regista Sergei Losnitza presenziò alla proiezione, al cinema Beltrade di Milano, del suo documentario Austerlitz. Mutuava il titolo dal cognome del protagonista del romanzo omonimo di WG. Sebald, scrittore tedesco che non chiuse mai i suoi conti con la memoria (WG Sebald. Austerlitz. Adelphi 2006).