fbpx Nasce INPHET, rete internazionale di sorveglianza ambientale | Scienza in rete

Nasce INPHET, rete internazionale di sorveglianza ambientale

Read time: 3 mins

A Modena sta per nascere INPHET, una nuova rete internazionale sulla sorveglianza ambientale al servizio della sanità pubblica per migliorare la qualità dell’ambiente e la salute dei cittadini.

Il prossimo 14 e 15 maggio si terrà a Modena, presso la Sala del Consiglio Comunale un workshop con l'obiettivo di compiere il primo passo per la realizzazione di INPHET  (International Network on Public-Health Environmental Tracking) una rete internazionale sui sistemi di sorveglianza e allerta ambientale finalizzata al consolidamento dei sistemi di controllo dei fattori nocivi per l’ambiente e la salute in ognuno dei Paesi partecipanti. Rispetto alla sorveglianza ambientale tradizionale, INPHET pone l’accento sull’integrazione dei sistemi informativi riguardanti i dati sanitari, i dati sull’esposizione delle popolazioni e i rischi. Una volta realizzata, la rete fornirà una conoscenza continua e sistematica sullo stato dell’ambiente e delle sue conseguenze sulla salute a chi deve prendere decisioni di salute pubblica.

LE MODALITA’

Il primo passo verso la realizzazione di INPHET  è costituito dallo scambio delle conoscenze ed esperienze già maturate in materia di sorveglianza ambientale nei diversi Paesi. Questo scambio avverrà all’interno dei tre gruppi di lavoro presieduti da esperti in materia di salute pubblica ambientale, che a Modena si concentreranno su tre temi principali:

  1. partnership: strategie, opportunità, strumenti per lo sviluppo di una rete internazionale;
  2. scienza e dati: la disponibilità dei dati, indicatori, metodi e formazione;
  3. etica e riservatezza: quadri giuridici, i rapporti con l’industria, lo scambio di dati, la riservatezza.
I RISULTATI ATTESI 
·         La formalizzazione di un gruppo professionale che crei un collegamento con organizzazioni scientifiche internazionali in tema di prevenzione ambientale e sanitaria;
·         la definizione di linee guida su diversi risvolti del lavoro in rete (organizzativi, etici, scientifici);
·         la definizione di rapporti formali con Istituzioni competenti/interessate al tema del EPHT.
 
IL MOMENTO

L’iniziativa modenese cade a ridosso del semestre italiano di presidenza della UE e costituisce un’occasione per il Paese di affrontare da una posizione di forza le grandi questioni ambientali in una prospettiva internazionale, non limitata ai casi eclatanti (Taranto, Terra dei fuochi, Savona ecc.), ma indirizzata in modo sistematico, multidisciplinare e coerente anche ai grandi problemi strutturali quali, ad esempio, l’impatto sulla salute dell’inquinamento della Pianura Padana, uno dei luoghi più contaminati d’Europa, non ancora fatto oggetto di interventi di sanità pubblica complessivi.

L’AUSPICIO

«L’integrazione delle esperienze dei vari  Paesi nel sistema della prevenzione potrebbe favorire il superamento dell’inerzia che spesso caratterizza questo mondo», spiega Paolo Lauriola, Responsabile del Centro Tematico Ambiente Salute di ARPA Emilia-Romagna. «La partecipazione alla rete INPHET potrebbe portare con sé  un allargamento dell’orizzonte culturale e operativo non solo di chi si occupa di produrre conoscenze nell’ambito della salute ambientale, ma anche di chi deve prendere decisioni di salute pubblica andando finalmente oltre la contrapposizione tra salute, ambiente, lavoro e sviluppo».

Sezioni: 

prossimo articolo

Tumore della prostata e sovradiagnosi: serve cautela nello screening con PSA

prelievo di sangue in un uomo

I programmi di screening spontanei per i tumori della prostata, a partire dalla misurazione del PSA, portano benefici limitati in termini di riduzione della mortalità a livello di popolazione, ma causano la sovradiagnosi in un numero elevato di uomini. Questo significa che a molti uomini verrà diagnosticato e curato un tumore che non avrebbe in realtà mai dato sintomi né problemi. Un nuovo studio lo conferma.

I risultati di un nuovo studio suggeriscono che i programmi di screening spontanei per i tumori della prostata, a partire dalla misurazione del PSA, portano benefici limitati in termini di riduzione della mortalità a livello di popolazione, ma causano la sovradiagnosi in un numero elevato di uomini. Questo significa che a molti uomini verrà diagnosticato e curato (con tutte le conseguenze delle cure) un tumore che non avrebbe in realtà mai dato sintomi né problemi.