Il primo scienziato che tentò una classificazione delle frodi fu Charles Babbage (Londra, 1791-1871). Viene ricordato come matematico ma, soprattutto, come padre del moderno calcolatore programmabile. A lui si devono i progetti di due macchine alle differenze (Difference Engines) e di una macchina analitica (Analytical Engine), purtroppo mai compiutamente realizzati. Le sue opere e la sua autobiografia, tradotta anche in italiano, rivelano interessi multiformi, ben oltre la matematica. Fu un pioniere del management e la sua opera più nota, un vero best-seller, fu il trattato Sull’economia delle macchine e delle manifatture (1832).
Due anni dopo aver conquistato la cattedra di matematica a Cambridge pubblicò, nel 1830, le Riflessioni sul declino della Scienza in Inghilterra e su alcune delle sue cause. Spirito polemico e riformatore, Babbage denunciò gli errori dell’establishment politico, accademico e culturale. Fece una classificazione delle frodi scientifiche che verrà ripresa successivamente da tutti coloro che si occuperanno dell’argomento. Individuò quattro tipi di frode:
- l’imbroglio o mistificazione (hoaxing);
- i ragionamenti basati su osservazioni mai effettuate (forging);
- l’esclusione dei risultati più lontani dalla media (trimming);
- il ricorso a pochi valori concordanti, estratti arbitrariamente da insieme più ampio, per forzare le conclusioni nel senso desiderato (cooking).
L’esempio di hoaxing che riporta Babbage è curioso. Si tratta della presunta scoperta di un nuovo mollusco a opera di Giuseppe Gioeni (1747-1822), avvenuta sul litorale di Catania (1783) e che, meno di vent’anni dopo, si rivelò un imbroglio. Gioeni aveva rinvenuto alcune concrezioni minerali presenti nello stomaco della Bulla Liguaria e le aveva attribuite ai resti di un nuovo genere di mollusco di cui immaginò forma, movimenti e abitudini. Certo, l’alterazione del quadro sperimentale da parte del ricercatore non è automaticamente fraudolenta e l’eliminazione dei dati devianti può essere una scelta giusta se fondata su una seria ipotesi scientifica. Le frodi non sono tutte eguali ed esiste una zona grigia in cui è difficile orientarsi.
Nel 1942 il sociologo americano Robert Merton formalizzò alcune fondamentali regole di condotta per gli scienziati. Se alcune ci appaiono antiquate occorre sostituirle con altre, ma la bussola dell’etica scientifica non è oggetto da museo.
Babbage C., Passaggi dalla vita di
uno scienziato, UTET, Torino, 2007
Babbage C., Reflections on the Decline of Science in England and on
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Guzzetti L., La frode scientifica,
Liguori, Napoli, 2002
Judson H.F., The Great Betrayal:
Fraud in Science, Harcourt, Orlando, 2004