fbpx Un manifesto per raddoppiare i fondi di ricerca in Europa | Scienza in rete

Un manifesto per raddoppiare i fondi di ricerca in Europa

Palazzo Berlaymont, sede della Commissione Europea a Bruxelles. Credit: Flickr user Dimitris Avramopoulos (CC BY-SA 2.0)

Read time: 4 mins

Il CNR, insieme ad alcuni dei più importanti Enti Pubblici di Ricerca di Francia (CNRS), Germania (Helmoltz e Leibniz) e Spagna (CSIC), ha dato vita a Bruxelles a un “Manifesto”’ che sottolinea la necessità di un prossimo bilancio UE, per il periodo 2021-2027, con maggiori fondi per le attività di Ricerca e Innovazione (qui il manifesto).

Il Manifesto descrive lo stato dell’arte ed espone alcuni elementi fattuali a sostegno della condivisa esigenza di un nuovo Programma Quadro per la Ricerca Europa (FP9) più opportunamente finanziato e strutturato, così come più volte richiamato dalla comunità scientifica europea, ma anche dalle istituzioni dell’Unione Europea.

Il Presidente del CNR, come pure i suoi omologhi nei rispettivi Paesi promotori dell’iniziativa, ha provveduto a richiamare l’attenzione dei principali stakeholder nazionali sulla necessità di aderire e diffondere i contenuti del Manifesto “MFF for Research & Innovation” (dove MFF sta per Multiannual Financial Framework), che intende costituire la base di partenza di una campagna di sensibilizzazione che verrà promossa anche con una giornata nazionale in data da definire.

Con i promotori dell’iniziativa intendiamo poi organizzare un evento a Bruxelles per richiamare le istituzioni UE sensibili alla richiesta di un bilancio UE “più moderno”, in grado di rispondere alle sfide che l’Europa dovrà affrontare nei prossimi anni, e per le quali la scienza e la ricerca giocheranno un ruolo fondamentale.

Il momento è particolarmente opportuno, considerando che alla fine di maggio la Commissione Europea presenterà al Parlamento e al Consiglio una proposta di bilancio 2021-2027, e la cui discussione su articolerà almeno per i prossimi 18 mesi.

Segnali preoccupanti dall’Europa

È utile ricordare che la cornice geopolitica ed economica europea è profondamente mutata rispetto a quella che ha definito l’attuale Quadro Finanziario Pluriennale, ci sono nuove sfide all’orizzonte, pressioni sociali interne ed esterne, una nuova ondata di conflitti ed una situazione finanziaria europea tutt’altro che stabile e rassicurante.

Come prima cosa occorrerà appurare quale potrà essere l’entità del bilancio UE 2021-2028, con il Regno Unito che a sarà già fuori dell’UE e altri Stati membri che, agitati da un crescente euroscetticismo, non nascondono la tentazione di seguire la stessa strada (come Ungheria, Polonia e Austria). Sarà quindi difficile raggiungere i 1.000 miliardi a disposizione dell’attuale bilancio 2014-2020. Ci sono poi le esigenze emergenti (migrazione, lotta alle malattie trascurate, cambiamento climatico) che stanno già assorbendo fondi nell’attuale bilancio, e che non appaiono purtroppo in via di risoluzione.

Un negoziato incerto sul bilancio

Nel prossimo negoziato in Consiglio per l’allocazione del budget complessivo tra i capitoli del bilancio, assisteremo quindi al consueto scontro tra i Paesi favorevoli alla riduzione della dotazione (Paesi Bassi, Svezia, Germania e altri), quelli “amici della Coesione” (tipicamente i nuovi entrati) e gli altri Stati membri che si affanneranno a congetturare se ci sia maggiore ritorno rinforzando la politica agricola e la coesione (che sono ad allocazione prestabilita) o la competitività (che è a ritorno incerto).

L'attuale panorama politico ed economico dell'UE è stato infatti profondamente influenzato dalla recente e grave crisi economica, che ci stiamo progressivamente lasciando alle spalle. Diversi Stati membri hanno iniziato a realizzare riforme strutturali, in linea con quanto indicato dalla Commissione Europea nelle raccomandazioni specifiche per ogni Paese.

Ricerca e innovazione per rafforzare l’Europa

In questo scenario, la ricerca e l'innovazione stanno diventando una precondizione per la nostra economia e per la nostra società. Investire in nuove generazioni di beni e servizi di di alta qualità e valore è fondamentale per promuovere la crescita e ridurre la disoccupazione. Questi obiettivi possono nascere solo da nuovi prodotti e servizi originati dalla ricerca, dalle scoperte tecnologiche e dall'innovazione.

Queste nuove opportunità possono essere la chiave per creare un ecosistema solido per un mercato del lavoro che solo attività ad alto contenuto di conoscenza possono generare, accrescendo la percezione che l'Unione europea stia adottando azioni efficaci per affrontare questioni fondamentali per i propri cittadini e preservando la competitività sul mercato globale.

La sfida politica

I Paesi che hanno maggiormente investito in ricerca e innovazione sono stati infatti quelli maggiormente resilienti durante la crisi economica, e anche quelli in cui gli investimenti sono stati più efficienti. La ricerca e l'innovazione devono quindi, più che mai, essere considerate essenziali per rilanciare la competitività dell'Europa, creare posti di lavoro altamente qualificati a lungo termine e affrontare le sfide della società, riportando l'Europa nel proprio percorso di crescita nel quale le nuove tecnologie avranno un impatto fondamentale su salute, alimentazione, risorse idriche, trasporti, comunicazione, sicurezza, ambiente, energia, produzione e protezione dei dati.

Il prossimo quadro finanziario pluriennale 2021-2027 costituirà una sfida politica significativa e costituirà un'occasione unica per gli Stati membri dell'UE, attraverso un finanziamento adeguato con un aumento sostanziale dell'attuale dotazione di bilancio (secondo una prima proposta della Commissione, passando dagli 80 miliardi di euro di Horizon 2020 a 120 o 160 miliardi di euro, ndr.), per concretizzare questi auspici.

 

Per approfondire: Communication from the Commission to the European Parliament, the European Council and the Council, “A new, modern Multiannual Financial Framework for a European Union that delivers efficiently on its priorities post-2020”, Bruxelles, 14.02.2018.

 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Diagnosi di HIV in crescita dopo il COVID: i numeri del 2023

Dopo la pandemia di Covid-19, per la prima volta da quasi dieci anni, sono aumentate in Italia le infezioni da HIV, molte delle quali diagnosticate in fase già avanzata (AIDS), soprattutto tra le persone eterosessuali. Sono alcuni dai dati che emergono dal report del Centro Operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità e che, in occasione della Giornata mondiale contro l'AIDS che si celebra il 1 dicembre, riportiamo in questo articolo.

Le diagnosi di infezione da HIV continuano ad aumentare, invertendo la decrescita che, prima della pandemia di Covid-19, durava da quasi dieci anni. Secondo i dati pubblicati dal Centro Operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2023 sono stati registrati 2.349 nuovi casi, che arrivano a circa 2.500 tenendo conto delle segnalazioni ancora da registrare.