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Il dibattito sulle cause di un cambiamento

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La posizione "ufficiale" della Scienza al riguardo delle cause che hanno provocato i recenti aumenti di temperatura registrati nel nostro Pianeta è espressa da un'ampia Commissione (IPCC) patrocinata dalle Nazioni Unite. Secondo questa commissione, responsabile principale o unico di tale evento sarebbe l'"effetto serra" provocato dall'aumento di CO2 immesso in atmosfera in seguito all'impiego di combustibili fossili (carbone, petrolio, metano) destinati alla produzione dell'energia necessaria a sostenere lo sviluppo economico dei Paesi industrializzati o in via di sviluppo. Ci sarebbe, dunque, una diretta correlazione fra CO2 di origine antropica e aumento di temperatura.

Altri studiosi, per lo più cultori di Scienze della Terra, contestano in maniera più o meno radicale che la CO2 di origine antropica sia la sola o la principale causa di questi aumenti di temperatura, meritandosi così la qualifica di "scettici" o "negazionisti" da parte dei sostenitori della tesi "ufficiale". Il motivo sostanziale di tale "scetticismo" è dovuto alla conoscenza che notevoli cambiamenti climatici si sono verificati anche nel passato, prima che avesse inizio la rivoluzione industriale e la conseguente immissione in atmosfera di CO2 antropica.

L'avvento dell'era industriale coincide effettivamente con la fine (1850 ca) di quella Piccola Era Glaciale che per circa tre secoli aveva interessato le nostre regioni; ma, prima di questo periodo freddo, essa, a sua volta, aveva fatto seguito ad un periodo più caldo, forse alquanto più caldo di quello attuale (colonie vichinghe in Groenlandia). Dunque, anche in tempi geologicamente molto recenti, ma antecedenti all'era industriale, sono stati registrati cambiamenti climatici di entità paragonabile a quello attuale. Cambiamenti che alcuni "scettici" hanno messo tentativamente in relazione con le coeve variazioni dell'attività solare (numero delle macchie).

Cambiamenti climatici di gran lunga più intensi di quelli avvenuti negli ultimi secoli o millenni si sono verificati in tempi più antichi. Dallo studio effettuato (anche da parte del nostro Giuseppe Orombelli) su carote di ghiaccio prelevate in Antartide fino ad una profondità di oltre 3.000 metri è stato possibile stabilire sia l'età degli strati di ghiaccio via via attraversati dalla perforazione, sia il contenuto di CO2 e in metano presenti in atmosfera nel momento stesso in cui ciascun strato si stava formando. Mettendo insieme le informazioni relative a questi tre parametri (temperatura, CO2 e metano) si è giunti alle seguenti conclusioni:

  • Nel corso degli ultimi 800.000 anni si sono succedute ciclicamente alcune grandi glaciazioni, separate da più brevi periodi a clima mite (interglaciali). Ogni ciclo ha avuto una durata di circa 100.000 anni. L'ultima grande Glaciazione (quella detta del Wurm) si è conclusa circa 10.000 anni or sono, lasciando posto al più mite periodo attuale (nel quale si sono avute le ben più modeste oscillazioni climatiche alle quali si è fatto cenno poco sopra).
  • Nel corso di queste grandi glaciazioni il contenuto in CO2 e in metano è variato in stretta armonia con le cicliche variazioni della temperatura: ad alte temperature corrispondono alti valori di CO2 e viceversa.

Ciò stabilito, la domanda che si pone è se siano le variazioni di temperatura a provocare le variazioni di CO2 o se invece sia la CO2 a far variare, per "effetto serra", la temperatura. Il gruppo degli "scettici" ritiene valida la prima ipotesi portandone a sostegno la teoria di Milankovitch secondo la quale i grandi cicli glaciali (100.000 anni) sono legati a fattori astronomici (senza di che diverrebbe inspiegabile, secondo me, la altrettanto lunga durata dei cicli della CO2). Al contrario, i ricercatori IPCC sembrano poco interessati a tener conto di quanto avvenuto in passato e si concentrano invece sui relativamente modesti cambiamenti climatici verificatisi nel corso della recente era industriale. A mio parere sarebbe proprio questa indifferenza agli eventi del passato una delle cause principali del dissidio esistente fra i due gruppi di climatologi.

Sintetizzando le conoscenze finora acquisite si può dire che nel passato gli aumenti di temperatura hanno preceduto di alcuni secoli gli aumenti della CO2 (che ne sarebbero quindi la conseguenza). Tale conclusione non smentisce però l'effetto serra giocato dalla CO2, effetto che si può ritenere ben documentato. Si potrà dire perciò che temperatura e CO2 si possono influenzare a vicenda secondo uno schema condiviso anche da altri, che ho recentemente presentato in una pubblicazione dal titolo "Sul ruolo della coppia temperatura-CO2 nei cambiamenti climatici" e che riporto qui di seguito. Un primo aumento di temperatura, dovuto a cause astronomiche, provocherebbe un riscaldamento delle acque oceaniche che emetterebbero, di conseguenza, parte della CO2 in esse disciolta; questa, in quanto gas serra, determinerebbe un ulteriore aumento della temperatura globale che, a sua volta, farebbero emettere agli oceani dell'altra CO2 e così via con un processo di feedback che non potrà però procedere all'infinito. Se però nel corso di un simile processo venisse messa in atmosfera dell'altra CO2 di origine fossile, cioè non naturale (come è avvenuto nella recente era industriale) anch'essa parteciperà allo stesso processo di feedback causando un sovrappiù di riscaldamento.

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