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Tutti in bici

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Bike Sharing Italia è l'app utile per approfittare del servizio di "bicicletta condivisa", l'innovativo progetto di mobilità che ha contagiato ormai più di 100 città in tutta Italia. Uno strumento di mobilità sostenibile attento all'ambiente e al risparmio di energia.

L'app consente di visualizzare la lista e la mappa dei parcheggi o stazioni disponibili nelle città supportate che attualmente sono: Milano, Torino. Roma, Bari, Bergamo, Novara, Parma, Treviso e Siracusa. Bike Sharing Italia è un valido aiuto per trovare le stazioni più vicini all'utente.

Per tutte le città, tranne Milano, l'app fornisce i dati relativi alla disponibilità di biciclette in ogni stazione. Nelle impostazioni dell'app è possibile abilitare l'aggiornamento automatico dei dati a intervalli di tempo regolari (attenzione all'uso di batteria e traffico dati).

Dopo il primo utilizzo nella propria città l'app memorizza sul dispositivo la posizione delle stazioni di bike sharing disponibili. Le stazioni potranno quindi essere visualizzate sulla mappa anche successivamente senza accedere a internet.

Roberto Caporicci, sviluppatore dell'app, dice di aver creato Bike Sharing Italia per esigenze personali e chiede caldamente i contributi di tutti per migliorarne funzioni e caratteristiche. Per supporto e commenti mette a disposizione le sua pagina Facebook.

Video tutorial e anteprime dell'app:

[video:http://www.youtube.com/watch?v=MuaivVb1HEs]

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Perché la de-estinzione è più una trovata di marketing che scienza

acquarello che raffigura un lupo bianco

Rimbalza sui media la notizia della de-estinzione dei metalupi. Ma i cuccioli nati con le tecnologie di editing genetico basate su CRISPR/Cas9 replicano solo alcune caratteristiche della specie estinta, ponendosi più che altro come una trovata di marketing. Intanto, però, i progetti dedicati ai tentativi di de-estinzione sollevano dubbi tanto scientifici quanto etici. Per esempio, ha senso rincorrere fantasmi del passato quando non riusciamo a proteggere il nostro presente?

Di recente, quotidiani e i telegiornali si sono riempiti di titoli roboanti riguardo alla “de-estinzione” di una specie di canide scomparsa circa 10.000 anni fa: il “metalupo”, o dire wolf in inglese. Questo ha riacceso il dibattito sia sui reali riscontri scientifici nel tentativo di riportare in vita specie estinte - un tema molto caro alla fantascienza - sia sull’etica di alcune ricerche nell’ambito dell’ingegneria genetica, generando, come spesso accade in questi casi, anche molta confusione.

Ma cosa c’è di vero in questa storia? Facciamo un passo indietro.