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19 December, 2011 - 12:09 da Luca Carra
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Embrioni sintetici o modelli di embrione? Le sfide aperte della ricerca

La recente creazione di strutture simil-embrionali umane spinge la società a porsi nuovi interrogativi sull'identità dei prodotti della biologia sintetica: cosa sono queste entità, embrioni o modelli? La risposta però obbliga a rispolverare un'antica questione, mai risolta, riguardo la definizione di embrione per sé: quando un aggregato di cellule che lavora in modo coordinato diventa una vita umana individuale? 

Nell'immagine: blastoide umano derivato da cellule staminali embrionali, marcato per la molecola Z0-1 (giallo) che individua le giunzioni strette tra cellule; per la molecola CDH1 (magenta) che individua le giunzioni aderenti e per la molecola aPKC (ciano) espressa nel dominio apicale. I blastoidi sono strutture modello della blastocisti, una delle prime fasi dello sviluppo dell'embrione. 

Crediti immagine: Nicolasrivron, CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons

Già nel leggerlo, il termine “embrione sintetico” suscita un po’ di inquietudine, figuriamoci se accostato all’aggettivo “umano”.  Eppure, lo scorso mese di giugno sembrava proprio che gli embrioni sintetici umani fossero diventati una realtà, almeno così titolavano i media, inneggiando chi alla rivoluzione, chi allo scandalo. Ma che cos’è, e cosa non è, un modello sintetico di embrione umano? Perché il punto è tutto qui: parliamo di modelli, non di embrioni veri e propri.