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Anche Bresso dopo Nerviano

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Purtroppo neppure i successi scientifici garantiscono ai ricercatori il posto di lavoro. Dopo il salvataggio in extremis del Nerviano Medical Sciences, anche la sede di Cell Therapeutics a Bresso, sempre nell'hinterland milanese, rischia la chiusura. Come nel caso precedente, la Regione Lombardia si sta prodigando per cercare di mediare una soluzione alternativa, allo scopo di preservare 56 posti di lavoro da un lato e il patrimonio di conoscenze e di professionalità dell'azienda milanese dall'altro. A entrambi i centri non mancano i riconoscimenti internazionali: due molecole per la terapia mirata del cancro messe a punto a Nerviano, prima l'inibitore del cdc7 e ora quello della proteina PLK-1, hanno avuto l'approvazione per la sperimentazione sull'uomo da parte della Food and Drug Administration; il pixantrone, farmaco per i pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin, messo a punto a Bresso e attualmente all'esame della stessa FDA, è stato già oggetto di uno studio clinico di fase III che sarà presentato il 2 e il 3 giugno all'American Society of Clinical Oncology (ASCO) Annual Meeting, la massima assise mondiale di oncologia, che si terrà a Orlando, in Florida.

Firma l'appello per salvare il centro

http://www.adnkronos.com/IGN/AziendeInformano/?id=3.0.3308344202

 

http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/bondsNews/idITLF15704520090515?pageNumber=2&virtualBrandChannel=0

 

 

 

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Perché la de-estinzione è più una trovata di marketing che scienza

acquarello che raffigura un lupo bianco

Rimbalza sui media la notizia della de-estinzione dei metalupi. Ma i cuccioli nati con le tecnologie di editing genetico basate su CRISPR/Cas9 replicano solo alcune caratteristiche della specie estinta, ponendosi più che altro come una trovata di marketing. Intanto, però, i progetti dedicati ai tentativi di de-estinzione sollevano dubbi tanto scientifici quanto etici. Per esempio, ha senso rincorrere fantasmi del passato quando non riusciamo a proteggere il nostro presente?

Di recente, quotidiani e i telegiornali si sono riempiti di titoli roboanti riguardo alla “de-estinzione” di una specie di canide scomparsa circa 10.000 anni fa: il “metalupo”, o dire wolf in inglese. Questo ha riacceso il dibattito sia sui reali riscontri scientifici nel tentativo di riportare in vita specie estinte - un tema molto caro alla fantascienza - sia sull’etica di alcune ricerche nell’ambito dell’ingegneria genetica, generando, come spesso accade in questi casi, anche molta confusione.

Ma cosa c’è di vero in questa storia? Facciamo un passo indietro.