L'economista Francesco Giavazzi interviene sul caso di Rita Clementi. Per farlo, dipinge la situazione universitaria italiana, misto di eccellenze in grado ancora di attrarre cervelli dall'estero, e un "contesto" in cui - come scriveva la Clementi a Napolitano - "la benevolenza dei propri referenti è una variabile indipendente dalla qualità della ricerca". Che fare? Alcuni dei provvedimenti che è in procinto di prendere il ministro paiono andare nella giusta direzione: sulla governance degli atenei, le modalità di reclutamento dei ricercatori, i criteri meritocratici per la ripartizione dei fondi, e altro ancora. Giavazzi spende poi parole accorate per superare gli effetti a suo dire perversi della sostanziale "gratuità dell'università". La ricetta è alzare in modo significativo le rette e prevvedere il calmiere di borse di studio. In modo da sstroncare il lassimo attuale, giustificato dal fatto che "non si paga".