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No alla regolamentazione degli omeopatici con fondi pubblici

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farmaci omeopatici

Al Ministro del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali Prof. Maurizio Sacconi
Al Viceministro della Salute Prof. Ferruccio Fazio

Apprendiamo dai giornali e da notizie recentemente circolate negli ambienti regolatori che i prodotti cosiddetti “omeopatici”, privi – per ammissione delle stesse Autorità Regolatorie europee – di qualsiasi azione terapeutica che non sia riconducibile all’effetto placebo, dovranno essere registrati e autorizzati dall’AIFA su Direttiva Europea per la vendita nelle farmacie. La procedura autorizzativa prevederà la sola documentazione della loro innocuità per il paziente.

Ribadiamo con fermezza che risulta inconcepibile che prodotti di questo tipo, che secondo i principi della scienza e del metodo sperimentale sono da considerarsi a tutti gli effetti privi di efficacia terapeutica (il farmaco, per dirsi tale, deve necessariamente essere più efficace del placebo) possano essere messi in commercio con la legittimazione delle Autorità Regolatorie italiane.

La valutazione a tappeto di 30.000 prodotti omeopatici ai fini dell’innocuità e la successiva registrazione da parte dell’AIFA, oltre a rappresentare uno spreco delle risorse pubbliche – centinaia di migliaia di ore di lavoro amministrativo gettate al vento con un impatto economico presumibilmente misurabile in milioni di euro – corre il rischio di essere percepita da un parte non trascurabile della popolazione come un’attestazione di efficacia, che ne legittimerà l’uso, con rischi significativi per la salute dei pazienti. Alcuni di loro, infatti, potranno essere indotti a sostituire o ritardare l’uso di farmaci efficaci, figli della medicina dell’evidenza scientifica, per il trattamento delle patologie in atto.

La comunità medico-scientifica, rappresentata dalla Consulta delle Società Scientifiche per la Riduzione del Rischio Cardiovascolare (CSCV) esprime stupore e forte preoccupazione per questa situazione e chiede a questo Ministero di esplorare tutte le strade legali e diplomatiche, anche con ricorsi ed azioni mirate nelle opportune Sedi Comunitarie, per impedire che questo “fenomeno paranormale” sotto il profilo regolatorio e scientifico possa coinvolgere il nostro Sistema Sanitario; Sistema Sanitario già gravato da ben più importanti problemi di sostenibilità e scarsità di risorse, necessarie per l’impiego dei farmaci più innovativi e, più in generale, per l’introduzione di nuove tecnologie diagnostiche e terapeutiche, con equità di accesso per tutti i cittadini italiani.

Consulta delle Società Scientifiche per la Riduzione del Rischio Cardiovascolare (CSCV)