Ma qui, dal presente, si passa a scenari futuribili. Scenari che fanno paura a molti. Strano a dirsi, riflette Broers, ma proprio oggi serpeggia un atteggiamento antitecnologico che si manifesta sotto forma di diffidenza verso i progressi di singole discipline. «La spiegazione più immediata della mancanza di apprezzamento per le tecnologie moderne è che queste siano così complesse da poter essere capite solo dagli esperti. Ma ciò è vero solo se cerchiamo di comprenderne tutti i dettagli. È compito di chi crea queste tecnologie - avverte il tecnologo inglese - spiegare con un linguaggio semplice ciò che è stato fatto, in modo che possa essere compreso anche dai non esperti. Siamo noi, gli scienziati, quelli da rimproverare». Richiamo alla semplicità e pure autocritica, chiedere di più davvero non si può a chi dall’alto della scienza e della tecnologia cerca di spiegarci come la scienza e la tecnologia ci hanno resi quelli che siamo.
Il trionfo della tecnologia
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Ricerca pubblica: un piano ventennale per un’Europa più equa e competitiva

Se la leadership statunitense non pare più credere nella ricerca, tanto da indurre molti ricercatori a pensare seriamente di abbandonare il Paese, forse è arrivato il momento per l'Europa di rafforzare finalmente la sua competitività nel campo della ricerca e dello sviluppo, finora oscurata dai Stati Uniti e Cina. Un gruppo di scienziati europei di primo piano – Ugo Amaldi, Roberto Antonelli, Luciano Maiani e Giorgio Parisi – ha proposto recentemente un Programma ventennale per la ricerca pubblica europea (2026–2045), con l’obiettivo di portare tutti i paesi membri a investire almeno lo 0,75% del proprio PIL in ricerca pubblica.
Se la leadership statunitense non pare più credere nella ricerca, tanto da indurre molti ricercatori a pensare seriamente di abbandonare il Paese, forse è arrivato il momento per l'Europa di rafforzare finalmente la sua competitività nel campo della ricerca e dello sviluppo, finora oscurata dai Stati Uniti e Cina. A dire il vero è da molto tempo che l'Europa accarezza l'idea di una società basata sulla conoscenza.
