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Rivincita europea nella ricerca
Il batterio che uccide i vermi
Potrebbe nascondersi nel terreno un trattamento sicuro ed economico contro le infestazioni da nematodi che affliggono più di un miliardo di persone in tutto il mondo. Vive lì infatti Bacillus thuringiensis,il batterio che produce una tossina sfruttata da decenni in agricoltura come pesticida naturale: dal 1996 esistono piante modificate geneticamente in modo da produrla per proteggere granoturco e patate dagli insetti senza l’uso di sostanze chimiche.
Rifiutare un premio? Si può
E’ raro che uno scienziato rinunci a un premio, specie se si tratta di un prestigioso riconoscimento internazionale. Eppure è accaduto pochi mesi fa e, anche tra gli addetti ai lavori, non tutti ne sono al corrente. Il premio in questione, conferito annualmente dall’Associazione Europea di Cristallografia (ECA), è intitolato a Max Perutz (Vienna 1914 – Cambridge 2002), pioniere della biologia molecolare e celebre per aver determinato la struttura dell’emoglobina. Si ricorda che Perutz divise con John Kendrew (Oxford 1917-1997) il Premio Nobel per la Chimica 1962.
Via libera a patata GM
La Commissione europea toglie oggi il bando alla coltivazione della patata GM Amflora. “Un deciso passo avanti dopo 12 anni di attesa, che hanno fortemente penalizzato la ricerca agrobiotecnologica europea, a causa di una lunga moratoria che ha congelato l’approvazione di nuove varietà vegetali geneticamente modificate” commenta Roberto Gradnik, Presidente di Assobiotec. “Questo via libera segue i recenti pronunciamenti, in Italia, del Consiglio di Stato e del TAR del Lazio a favore della sperimentazione di campo e della coesistenza tra le
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2 marzo ore 11:30 - Presentazione della nuova area nanotecnologie del Museo delle Scienze di Milano
Articoli
La guerra dei buchi neri
Non è un libro facile. E per fortuna: se Susskind, pur grandissimo teorico ed eccellente divulgatore, sapesse presentare la fisica (e anche un po’ la metafisica…) di un buco nero in un libro di facile lettura, verrebbe un terribile complesso di inferiorità a chi (come me, per esempio) cerca di capirla da decenni. Diciamocelo: molti di noi credono nel buco nero per fede ripetuta … cioè, a furia di sentirle dire, in certe cose uno poi crede. Se Hawking dice che l’informazione evapora insieme al buco nero e scompare come
L'LHC riparte
Il Large Hadron Collider del CERN di Ginevra è ripartito il 28 febbraio. Inaugurato il 10 settembre 2008, il più potente acceleratore del mondo si era dovuto fermare pochi giorni dopo per un grave incidente. Come spiega nell'editoriale di Scienzainrete il direttore Lucio Rossi, l'LHC potrà tornare ad andare a piena potenza fra un paio d'anni: prima bisognerà ridare stabilità al sistema riparando tutte le connessioni lesionate. Per ora quindi l'acceleratore gira a regime ridotto. Una volta finiti i lavori di stabilizzazione, l'LHC farà scontrare due fasci opposti di
Himalaya sotto controllo
Qualche misura i più sui ghiacciai dell'Himalaya non guasta, visti anche le recenti polemiche in campo climatologico che hanno messo in dubbio le previsioni IPCC sullo scioglimento dei ghiacci del gigante asiatico. Questa volta ci pensano gli italiani. Nei giorni scorsi è stata infatti installata da una squadra del Comitato EvK2Cnr la prima stazione di monitoraggio glaciale dell'Himalaya.
LHC, riconosciamolo: l'errore e lo stop erano evitabili
Un progetto gigantesco, uno sforzo di migliaia di persone, un’avventura che era appena iniziata, il 10 settembre 2008, con clamore mediatico (200 giornalisti, Google che ci dedica la sua pagina): e poi il grande stop solo nove giorni dopo. Con tutti giornalisti che – avendo appreso la strada nel giorno di gloria della partenza – sono ritornati fulminei a chiedere come mai la macchina si fosse rotta e di chi fosse la colpa. La colpa, sì, perché anche se non detto apertamente nei primi giorni, il punto era capire come mai,