(Pisa, 15.02.1564 - Arcetri, 08.01. 1642)
Galileo Galilei nacque a Pisa il 15 febbraio 1564 da Vincenzo Galilei, liutista e teorico della musica, e da Giulia Ammannati. Dopo essersi trasferito a Firenze, tornò nella città natale per intraprendervi nel 1581 gli studi di medicina, che non portò a termine, per poter coltivare i suoi interessi di matematica e di fisica. Galileo tornò una terza volta a Pisa nel 1589 quale docente di matematica presso l'università. Tre anni dopo ottenne una cattedra di matematica presso l'Università di Padova, così nel 1592 si trasferì nella città veneta dove rimase per diciotto anni.
Nel 1609 a Padova sviluppò la tecnologia del cannocchiale e, soprattutto, utilizzò il nuovo strumento per osservare il cielo. I risultati di queste osservazioni - la superficie scabra della Luna, le quattro lune di Giove, le innumerevoli stelle non osservabili a occhio nudo - furono resi pubblici in un libro, il Sidereus Nuncius, stampato a Venezia il 12 marzo 1610.
Da quel momento Galileo cessò di essere un matematico e un fisico noto soltanto agli esperti e assunse una fama davvero senza confini: conosciuto in ogni paese d'Europa e, ben presto, anche in India e in Cina.
In quel medesimo 1610 Galileo tornò a Firenze come matematico e filosofo presso la corte del Granduca di Toscana. Qui Galileo continuò la sua osservazione dei cieli, descrivendo la particolare forma di Saturno e scoprendo le fasi di Venere. Galileo interpretò queste sue osservazioni come una prova della validità del modello astronomico di Copernico. Nel 1611 fu benevolmente accolto a Roma sia dal Papa e dai gesuiti del Collegio Romano, sia dai membri dell'Accademia dei Lincei, di cui divenne membro.
Ma in capo a pochi mesi il clima intorno a Galileo iniziò a mutare. Le opposizioni alla visione copernicana del mondo aumentarono. E nel 1614 un frate, Tommaso Caccini, denunciò dal pulpito di Santa Maria Novella il suo ormai celeberrimo concittadino, colpevole di sostenere contrariamente a quanto è scritto nelle Sacre Scritture che la Terra si muove.
Nel 1616 Galileo, tornato a Roma, fu informalmente ammonito dal cardinale Roberto Bellarmino a non sostenere né insegnare la teoria copernicana, perché contraria alla verità delle Sacre Scritture.
Nel 1622 Galileo scrisse, dopo regolare approvazione delle autorità ecclesiastiche, Il Saggiatore.
Nel 1624 mise a punto un nuovo occhiale, il microscopio.
Nel 1630 tornò a Roma per perorare l'approvazione alla pubblicazione di un nuovo libro, il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano che fu stampato a Firenze nel 1632. Ma nel mese di ottobre di quel medesimo anno gli fu ordinato di tornare a Roma. Condotto davanti al tribunale dell'Inquisizione e processato, fu condannato al carcere e costretto all'abiura delle sue convinzioni.
Gli furono così concessi gli arresti domiciliari prima a Siena e poi ad Arcetri, nei pressi di Firenze. Nel 1638, ormai quasi completamente cieco, Galileo scrisse i Discorsi e dimostrazioni intorno a due nuove scienze poi pubblicate a Leida. Galileo morì ad Arcetri l'8 gennaio 1642.
Galileo è considerato non solo l'astronomo che ha dimostrato la validità fisica del modello copernicano, ma anche il filosofo naturale che, con il combinato disposto delle sensate esperienze e delle certe dimostrazioni, ha contribuito forse più di ogni altro alla nascita della fisica e, più in generale, della scienza moderna.