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Salute per tutti, salute globale = OMS?

Presentata a gennaio 2025 la più impegnativa proposta di riforma dell’Organizzazione mondiale della sanità, in parallelo con la furia distruttrice avviata dalla nuova amministrazione Trump. Sarà possibile e sostenibile, considerando tra l’altro che una riorganizzazione strutturale deve passare dallo scambio e dalla condivisione delle conoscenze scientifiche con l’intera comunità globale?

Il 29 maggio 2020, il presidente Donald Trump annunciava che gli Stati Uniti avrebbero interrotto i rapporti con l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e reindirizzato i fondi alle priorità sanitarie globali degli Stati Uniti. A giustificazione del provvedimento la cattiva gestione da parte dell'OMS della pandemia di Covid-19, l’incapacità di adottare azioni urgenti in altre crisi sanitarie globali e l'insufficiente indipendenza dalla politica degli Stati Membri con maggior potere decisionale.

Influenza aviaria: una marcia lenta ma continua

pollame

Il virus dell'influenza aviaria H5N1 sta dimostrando una preoccupante capacità di infettare non solo gli uccelli ma anche diverse specie di mammiferi, inclusi recentemente i bovini negli Stati Uniti. Sebbene il virus non abbia ancora acquisito la capacità di trasmettersi in modo efficace tra gli esseri umani, la sua continua evoluzione e adattamento a nuove specie rappresenta un rischio significativo per una futura pandemia, per la quale il mondo appare poco preparato, nonostante le lezioni apprese durante la pandemia di Covid-19.

Il mondo scientifico aveva previsto già diverse decadi fa la pole position dei virus dell’influenza per l’innesco della prossima pandemia umana, con previsioni catastrofiche soprattutto basate sull’esperienza della famosa pandemia di “spagnola” (almeno in Italia fu chiamata così) del 1918. Ma non sempre le previsioni si avverano: infatti la pandemia più recente e disastrosa è stata causata dal coronavirus Sars-CoV-2 e ci siamo trovati a fronteggiarla con piani pandemici influenzali, anche non aggiornati, ma soprattutto basati su parametri e modalità di contagio inadeguati.

Caos americano: salviamo salute e medicina

donald trump

Condividiamo l'accorato editoriale del Lancet in merito alle recenti politiche del presidente Trump.

Gli ordini esecutivi emanati da Donald Trump per interrompere le attività di ricerca, assistenza e cura delle istituzioni sanitarie USA e gli interventi di Elon Musk per demolire le attività di USAID hanno generato rabbia, preoccupazione e sconcerto. E hanno già causato danni e impatti misurabili.

Un intestino di pesce artificiale per sperimentare mangime più sostenibile per i pesci di allevamento

Il problema di formulare mangimi per l’acquacoltura maggiormente sostenibili, visto che oggi contengono una notevole quantità di pesce pescato, ha portato l’Università degli Studi di Milano a proporre il progetto Fish-AI (Fish Artificial Intestine), che grazie a un finanziamento europeo EIC ha creato un intestino artificiale di pesce, realizzato con cellule di intestino di trota. Fulvio Gandolfi, coordinatore del progetto, ci ha spiegato come questo sistema consenta di ridurre la sperimentazione in vivo su modelli animali e di rendere più efficienti le procedure di test di nuovi mangimi per i pesci di allevamento. Ora la sfida è passare dalla ricerca all’attuazione di un vero e proprio servizio per le aziende che producono mangime. 

All’Università statale di Milano si lavora da più di cinque anni a un nuovo sistema utile a supportare la produzione di mangime più sostenibile per i pesci di allevamento. È un metodo che consente di ridurre sia il tempo e le energie necessari a sperimentare gli effetti dell’introduzione di nuovi mangimi in acquacoltura sia la quantità di animali necessari alle sperimentazioni.

Come la natura mette in discussione il binarismo di genere

lichene

Dalle recenti dichiarazioni politiche sul binarismo di genere alle lezioni che possiamo apprendere dai licheni (e da altri organismi), Pamela Boldrin esplora come la natura sfidi costantemente le nostre categorizzazioni rigide. A favore di un quadro dove interconnessione e complessità sono la norma, non l'eccezione, e che ci porta a ripensare non solo i concetti di individualità e binarismo, ma anche il nostro modo di relazionarci con l'intero ecosistema terrestre.

«Ci sono solo due sessi, non sono modificabili e sono radicati in una realtà fondamentale e incontrovertibile», dichiara Trump durante il suo discorso inaugurale di inizio mandato presidenziale, lo scorso 20 gennaio. O maschio o femmina, determinati alla nascita dalla natura, sempre secondo il neo presidente, il cui pensiero riscontra molto sostegno. Si palesa così un’occasione di ribadire qualcosa che, se per molti è ovvia, non è affatto scontata nei tempi che stiamo vivendo: la realtà va guardata con occhi capaci di cogliere la complessità.

Non c’è due senza tre: perché la Terza Missione per le università è importante, e migliora la didattica e la ricerca

Un gruppo di persone intorno a un tavolo circondate dai simboli di conoscenza e sapere

Secondo Marilisa D’Amico, costituzionalista e prorettrice alla Terza Missione dell’Università Statale di Milano, e Roberto Tiezzi, direttore dell’Area Innovazione dello stesso ateneo, le attività di Terza Missione, basate sull’interazione dell’università con la società nel suo insieme, sono fondamentali e non vanno abbandonate, ma al contrario rafforzate. Perché non mettono a rischio, ma anzi arricchiscono anche la didattica e la ricerca. Immagine realizzata da ChatGPT

Si è messa in discussione recentemente, attraverso un dibattito ripreso sui media, l’opportunità per le università italiane di coltivare progetti di Terza Missione – oggi definita in realtà “valorizzazione delle conoscenze” – termine con cui si indicano tutte le attività, di solito organizzate in specifici progetti, attraverso cui l’università interagisce con il mondo imprenditoriale, le istituzioni pubbliche e private, i diversi settori del volontariato, più in generale con la società nel suo insieme.

Smettila di dire a Dio che cosa deve fare con i suoi dadi

Edito da Castelvecchi nella collana Qbit, "Dio gioca a dadi con il mondo" di Giuseppe Mussardo racconta la storia della meccanica quantistica dal 1900 fino agli esperimenti di Clauser e Aspect negli anni Settanta e Ottanta che ne confermarono definitivamente la validità. Si inaugura intanto in questi giorni a Parigi l’International Year of Quantum Science and Technology, promosso dall’UNESCO. Nell’Immagine di copertina i partecipanti al quinto congresso Solvay a Bruxelles nel 1927. Credit:Institut International de Physique Solvay (CC0).

Si è aperta ieri e prosegue oggi a Parigi la cerimonia di inaugurazione dell’International Year of Quantum Science and Technology, promosso dall’UNESCO in occasione del centenario dallo sviluppo iniziale della meccanica quantistica, la teoria che spiega i fenomeni naturali che avvengono su scala atomica e subatomica.

Copertina del saggio Dio gioca a dadi con il mondo  di Giuseppe Mussardo.

Idrogeno bianco: un nuovo alleato per la transizione energetica?

Forsterite, un minerale di olivina

Nel contesto del crescente interesse verso l'idrogeno come vettore energetico per la decarbonizzazione, l'idrogeno bianco, estratto da giacimenti presenti nella crosta terrestre, si sta guadagnando uno spazio rilevante. Alla fine del 2023 erano 40 le aziende alla ricerca di depositi di idrogeno naturale a fini commerciali, un aumento quadruplo rispetto al 2020. Ciononostante, la IEA segnala che non risultano pozzi di idrogeno naturale che abbiano dimostrato la loro sfruttabilità commerciale.

Foto da Energy Resources Program United States Geological Survey

L’idrogeno sta emergendo come vettore energetico cruciale nella transizione verso la decarbonizzazione.

Valanghe: comprendere il rischio e prevenire incidenti

Le valanghe rappresentano un rischio concreto, che ogni anno miete in media 21 vittime in Italia, quasi sempre legate ad attività ricreative. Il bollettino valanghe, emesso dai servizi valanghe delle Regioni e delle Province autonome dell’arco alpino italiano, è uno strumento fondamentale da consultare per pianificare la propria attività sulla neve. In questo articolo spieghiamo che informazioni fornisce e da quali basi di osservazioni e interpretazione sono ricavate. Il cambiamento climatico, intanto, sta modificando il quadro: la ricerca lavora a modelli che consentono di prevedere l’evoluzione futura.

Le valanghe sono uno dei fenomeni naturali più affascinanti, ma anche pericolosi, per chi frequenta la montagna in inverno. Rappresentano un pericolo concreto per la vita umana e per le infrastrutture, richiedendo un’attenta analisi e pianificazione da parte degli appassionati e dei professionisti della montagna. In Italia, tra il 1967 e il 2018, ben 1.044 persone hanno perso la vita a causa delle valanghe, con una media di 21 decessi per anno. Nella stagione attuale si contano già 5 vittime.