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Galileo, come lo celebra Firenze
Galileo. Immagini dell'universo dall'antichità al telescopio. È con questa mostra a carattere storico, aperta a Palazzo Strozzi dal 13 marzo al 30 agosto 2009 e curata da Paolo Galluzzi, direttore del Museo di Storia delle Scienze, che Firenze celebra l'Anno internazionale dell'astronomia in occasione dei 400 anni dalle prime osservazioni del cielo da parte di uno dei suoi figli più celebri, Galileo Galilei.
Galileo, come lo celebra Padova
È dalla città di Padova che Galileo Galilei, nell'autunno del 1609, punta verso il cielo il cannocchiale da lui perfezionato e vede cose mai viste prima da essere umano: montagne, valli e ombre sulla Luna che fanno del satellite naturale un oggetto «della stessa specie della Terra»; innumerevoli stelle, molte di più di quanto se ne vedono a occhio nudo; quattro diverse lune che orbitano intorno al pianeta Giove. Il mondo intero ricorda quell'avvenimento che costituisce addirittura uno spartiacque tra le epoche, eleggendo il 2009 ad Anno
Galileo, secondo Calvino
È il 24 dicembre 1967. Da una decina di anni sonde e satelliti artificiali solcano lo spazio fuori dalla Terra. Italo Calvino ha appena pubblicato Ti con zero. E Anna Maria Ortese sulle pagine del Corriere della Sera gli scrive una lettera, datata 24 dicembre 1967.
Galileo, secondo Leopardi
C’è un filo rosso che lega la storia della grande letteratura italiana, da Dante a Galileo fino a Giacomo Leopardi. Questo filo rosso – anzi questa «vocazione profonda» – diceva Italo Calvino, è la filosofia naturale. Qui tre grandi – e poi lo stesso Calvino – hanno considerato «l’opera letteraria come mappa del mondo e dello scibile».
Un toscano a Padova
Quando, nel 1592, Galileo viene chiamato sulla cattedra di Matematica dello Studio di Padova ha 28 anni, e qui rimane fino al 1610: diciotto anni di insegnamento e ricerche fondamentali che gli forniscono ampio materiale per le sue opere della maturità, da Il Saggiatore (1623) al Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632) fino ai Discorsi e dimostrazioni intorno a due nuove scienze (1638).
Serve un nuovo Galileo
Galileo: cose mai viste prima
Il sistema dei pianeti “l’ho fatto con perfetto telescopio toccar con mano a chiunque l’ha voluto vedere”, diceva di sé Galileo Galilei nel Saggiatore (1623: citiamo dall’Edizione Nazionale delle Opere, viii, p. 233). Qualche secolo dopo, non troppo diversamente si esprimerà un poeta (ma anche filosofo e scienziato) come Johann Wolfgang Goethe: “Vedo con occhio che sente” – ma alludeva alle belle forme di una fanciulla oggetto del suo desiderio e che lui “spiava” nelle ore notturne (e intanto “mi erudisco”, confessa), con una passione non meno intensa di quella che aveva spinto “l’artista