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"L'insegnamento del passato" e la valutazione dell'IPCC

Ormai è chiaro che ci siamo presi a cuore l'argomento e continuiamo il discorso sui cambiamenti climatici anche grazie all’intervento di Giuseppe Orombelli che considera le variazioni climatiche del passato per ottenere una migliore comprensione di quelle del presente. E per “dipanare la complessa matassa dei fenomeni e degli effetti associati ai cambiamenti climatici e individuare contromisure adeguate” abbiamo deciso di farci aiutare da Marco Mazzotti del Politecnico Federale (ETH) di Zurigo che commenta il Rapporto di Valutazione dell'IPCC del 2007.

Cosa si diceva a proposito di "alberi e CO2"? Ecco gli aggiornamenti

Tanto per non dimenticarsi delle vecchie questioni, mi pare il caso di rinfrescare per un momento il discorso riguardo agli alberi italiani utilizzati per azzerare la CO2. Secondo punto, insieme a Tommaso (Anfodillo), sto cercando di capire se la stra-citata foresta ungherese sponsorizzata dal Vaticano è stata realizzata oppure no.

L'insegnamento del passato

Di fronte al cambiamento climatico in corso, così come presentato dalle osservazioni e misure, estese ormai a tutto il globo, viene spontanea la domanda se si tratti di qualcosa di nuovo o non piuttosto di un fenomeno già prodottosi nel passato, ed anche più volte. E’ infatti noto dagli studi geologici che il clima terrestre, nel passato, è più volte variato da condizioni glaciali molto più fredde a condizioni più calde delle attuali. di GIUSEPPE OROMBELLI

Una prospettiva genetica

DARWIN 1809-2009
Scheda
Titolo originale: 
Origine e dispersione delle popolazioni umane
Soggetto: 
Antonio Torroni spiega come ricostruire gli spostamenti dei popoli
Data: 
10 September, 2009

Antonio Torroni spiega come dallo studio del DNA mitocondriale è stato possibile ricostruire gli spostamenti delle popolazioni umane dalla loro origine.

Informazioni per gli editor
stato: 
pronto
Italiano
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Autori: 
Sezioni: 

Medicina di lunga vita

Autori: 
Il premio Nobel assegnato a Elizabeth Blackburn, Carol Greider e Jack Szostak non è solo un riconoscimento a chi ha socchiuso la porta a una maggiore longevità, se non proprio all'immortalità, della specie umana. La scoperta del ruolo dei telomeri nell'invecchiamento cellulare e della telomerasi, l'enzima che li conserva nella loro integrità, apre la strada a molte altre importanti applicazioni cliniche, nel campo della terapia dei tumori o di altre patologie, come l'anemia aplastica.
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La rianimazione non è per chi deve morire

Nelle nostre terapie intensive ogni anno vengono ricoverati 150 mila ammalati, 30 mila muoiono. Le disposizioni di fine vita ce l’hanno solo l’8 percento, per gli altri qualche volta – poche - decidono i familiari, o il medico. Tutti i giorni i dottori delle nostre rianimazioni si chiedono se il loro è “un intervento a favore del paziente o è un intervento contro il paziente”. E devono comunque decidere.
“Alla fine cerchiamo di garantire una fine dignitosa, ma a volte garantiamo una cattiva fine” è lo sfogo di uno dei medici delle ottantaquattro rianimazioni che hanno partecipato allo studio del Mario Negri.