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Scienze biomediche e diritto

Quando: 
Lunedì, 6 July, 2009 - 00:00

E' questo il titolo del convegno - organizzato dalla Direzione Scientifica/Comitato di Bioetica della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo dell'Università degli studi di Pavia e dal Centro di Ricerca Interdipartimentale ECLSC dell'Università degli studi di Pavia - che si terrà il prossimo 6 luglio presso l'Aula Goldoniana del Collegio Ghisleri di Pavia.

L'evento è stato accreditato presso L'Ordine Forense di pavia con n. 3 crediti formativi.

PROGRAMMA
8.45 Saluti di apertura
Prof. Andrea Belvedere (Rettore Collegio Ghislieri)

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Il mistero delle pecore ristrette

Autori: 
A provocare il curioso fenomeno potrebbero essere stati i cambiamenti climatici dell'ultimo quarto di secolo: negli ultimi 24 anni, sulla remota isola scozzese di Hirta, le pecore si sono rimpicciolite in media del 5 per cento. Gli animali sono stati condotti nella landa desolata nel 1932 e da allora sono rimaste geneticamente isolate. Arpat Ozgul, dell'Imperial College London, insieme con i suoi colleghi, lo ha dimostrato confrontando i dati relativi al peso corporeo delle pecore nel corso degli anni. «Abbiamo anche cercato una spiegazione» ha dichiarato.
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I buchi neri superpesanti

Ormai lo sappiamo per certo. Al centro di ogni galassia c'è un buco nero. Pesanti quanto milioni, talvolta miliardi di stelle come il nostro Sole. Per questo si chiamano "buchi neri supermassivi". Dal 22 al 26 giugno 2009 si e' svolto a Como, presso il Centro Volta, un Congresso di Astrofisica, organizzato dall'Osservatorio Astronomico di Brera, con il supporto dell'Istituto Nazionale (INAF) Un convegno per fare il punto sulle ultime osservazioni sui buchi neri supermassivi realizzate grazie al satellite FERMI. Ma perchè conviene studiare questi oggetti esotici, così lontani dalla nostra esperienza qutidiana? di LAURA MARASCHI #VVV# #FFF#

Come modernizzare l’università italiana?

Concordo in pieno con l'Editoriale di Alberto Mantovani dell'11 giugno: la mancata internazionalizzazione dell'Università italiana è un problema da non sottovalutare. Mi spingerei a dire che rischia di diventare uno dei suoi problemi principali. Prendiamo ad esempio l'acceso dibattito che si è scatenato in tutta Europa sul deludente posizionamento delle università europee (eccezion fatta per quelle britanniche e olandesi) nei principali ranking internazionali. In Italia, la pubblicazione di questi ranking è stata l'ennesima occasione per denigrare il nostro sistema universitario, accusandolo di scarsa produttività scientifica. Ma guardiamo con attenzione i dati presentati nella Tabella che segue...

Anche le api cambiano

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Da tempo si sa che mantenere attivo il cervello è un ottimo rimedio per contrastare l'inevitabile declino dovuto alla vecchiaia. Un recente studio riguardante la comunità delle api, però, indicherebbe come l'andamento di tale declino possa essere influenzato dal tipo di attività che viene svolta.

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L'Italia respinge i cervelli stranieri

L'Italia non attrae i cervelli dall'estero. Anzi li respinge. Per quanto riguarda, in particolare, l'arrivo di studenti stranieri, l'Italia risulta fanalino di coda in Europa, con una percentuale di stranieri iscritti all'università inferiore a 50.000 persone, pari al 2,4% del totale, contro valori vicini all'11% in Francia e Germania, e quasi 18% nel Regno Unito. Una recente indagine svolta dalla Fondazione Rodolfo Debenedetti ha poi messo in luce le gravi difficoltà che gli studenti stranieri di dottorati italiani devono affrontare per soggiornare nel nostro paese. L'indagine è stata svolta tra i mesi di aprile e maggio di quest'anno e ha coinvolto 41 università italiane che offrono programmi di dottorato. L'indagine ha coinvolto 451 studenti, cioè circa il 15% dei circa 3000 studenti stranieri iscritti a dottorati italiani. di PAOLA MONTI

Onore al merito

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L'economista Francesco Giavazzi interviene sul caso di Rita Clementi. Per farlo, dipinge la situazione universitaria italiana, misto di eccellenze in grado ancora di attrarre cervelli dall'estero, e un "contesto" in cui - come scriveva la Clementi a Napolitano - "la benevolenza dei propri referenti è una variabile indipendente dalla qualità della ricerca". Che fare?
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